L’emozione non ha voce

Marina Tripodi  in questo articolo spiega come la voce sia molto più di un semplice strumento di comunicazione – è un vero e proprio ponte tra il nostro mondo interiore ed esteriore, capace di rivelare sfumature della nostra personalità e del nostro stato emotivo.

Mi ha colpito particolarmente la descrizione della disfonia psicogena, un disturbo vocale che nasce da un disagio psichico profondo.
Si manifesta come un’improvvisa perdita della voce o un’alterazione della sua qualità, senza cause organiche apparenti.
Sembra colpire principalmente le donne, con una proporzione di 8:1 rispetto agli uomini.

L’articolo sottolinea inoltre l’importanza di un approccio multidisciplinare nel trattamento, coinvolgendo foniatri, logopedisti e psicologi.
Questo mi sembra fondamentale per affrontare sia gli aspetti fisici che quelli emotivi del disturbo.

La parte più intrigante per me è stata l’ipotesi sulla disodia, una difficoltà nel canto che potrebbe essere interpretata come una forma di “disfonia disemotiva”.
Mi fa riflettere su quanto le nostre emozioni possano influenzare profondamente la nostra capacità di esprimerci vocalmente.In conclusione, questo articolo mi ha fatto capire quanto sia complesso e affascinante il legame tra la nostra voce e le nostre emozioni.

Come dice Khalil Gibran citato alla fine:

Come è nobile chi, col cuore triste, vuol cantare ugualmente un canto felice, tra cuori felici.

Una frase che riassume perfettamente il potere della voce come strumento di resilienza e connessione umana.

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