Oltre la tradizione, alla scoperta della voce contemporanea
L’esperienza della contemporaneità della voce nella nuova musica delinea e individua un luogo molto peculiare e ampio aldilà della tradizione
articolo scritto da Francesca della Monica
L’esperienza della contemporaneità della voce nella nuova musica delinea e individua un luogo molto peculiare e ampio.
È il luogo dell’eresia dove si rinnova, si risignifica, si rielabora, si declina e si oltrepassa la tradizione. È un luogo dove l’ancestralità e l’avanguardia si incontrano come in un cerchio in cui i punti più lontani sono anche i più vicini.
È un luogo dove si conciliano e si incontrano, anche senza conciliarsi, gli opposti.
Il luogo dove si trovano a convivere l’estremo rigore e l’anarchia; Apollo e Dioniso e in cui il logos incontra il mythos.
È il luogo delle geometrie extra-euclidee che leggono e interpretano lo spazio e il tempo in una forma che individua aspetti inesplorati e sorprendenti.
È il luogo dell’enigma e assieme del mistero.
È un luogo dove si allargano i confini delle categorie e dove perdono senso quelle convenzionali come quelle che è incasellano la vocalità sia maschile che femminile nei cassetti che la tradizione ha stabilito dalla tradizione nelle tessiture di soprano, mezzo-soprano, contralto, tenore, baritono, basso e questo perché le estensioni esorbitano confini di queste categorie.
È il luogo dove il il suono e il rumore hanno la stessa dignità e dove il gesto si incontra con il segno.
Il luogo delle grafie non convenzionali che ci mettono di fronte ed ad un mondo timbrico, sonoro, di estensioni e di volumi inesplorati che mappano i frutti della sperimentazione.
È anche un luogo che ci mette di fronte alla responsabilità delle nostre caratteristiche vocali, delle nostre peculiarità dove il bello e brutto hanno un senso estremamente relativo perché quello che più conta è la necessità drammaturgica dell’azione vocale.
È anche il crocevia dei molti orizzonti semantici dell’agire: quello della verbalità e dell’extra-verbalità, l’orizzonte del suono del rumore, quello della corporeità e quello dell’idealità.
Un luogo dove anche il maschile e il femminile si incontrano in un modo del tutto inusitato: direi, sì, che è il luogo dell’androginia.
È il luogo delle tecniche estese che oltrepassano i confini territoriali e che si affacciano su altri mondi.
È perciò ad un tempo un luogo familiare ed esotico.